Istituto Nazionale Tributaristi

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Comunicato

Totalmente condivisibile il documento presentato al Governo dalle parti sociali

Roma
  04-08-2011

" I sei punti elencati dalle Parti sociali nel documento unitario presentato al Governo sono assolutamente condivisibili e credo che ciascun cittadino italiano di buon senso non possa che sottoscriverli, peraltro i contenuti dei predetti punti hanno costituito tema di dibattito ed approfondimento anche ai Tavoli di confronto sulla Riforma fiscale " questo il commento del Presidente dell'Istituto Nazionale Tributaristi, Riccardo Alemanno, dopo avere letto le agenzie stampa sull'incontro tra Governo e Parti sociali.
" Certo " precisa Alemanno " che oltre al Governo anche il Parlamento deve fare la propria parte, il punto sulle liberalizzazioni e privatizzazioni indicato dalle Parti sociali, cita chiaramente la liberalizzazione delle professioni, ma ciò, ad esempio è in pieno contrasto, con la recentissima approvazione, da parte di Commissioni parlamentari, di nuovi albi professionali. Mi auguro che il Governo abbia la forza di affrontare liberalizzazioni e privatizzazioni senza lasciarsi influenzare dalla levata di scudi di minoritarie lobby monopolistiche."


I sei punti contenuti nel documento


PAREGGIO BILANCIO - All'obiettivo del pareggio bilancio nel 2014, previsto dall'ultima manovra, ''occorre dare credibilità. E' questa una condizione essenziale per il ritorno alla normalità nei mercati finanziari'', si legge nel documento. ''Che fine ha fatto?'' il pareggio di bilancio come obbligo costituzionale (impegno assunto dal Governo nel Pnr), chiedono le parti sociali. Per quanto riguarda la proposta di azzeramento del fabbisogno nell'ultima parte del 2011, annunciata ieri dal premier, ''questa rischia di scaricare maggiori oneri sul 2012. Noi, invece, riteniamo che si debbano prendere provvedimenti strutturali capaci di incidere sulle tendenze di fondo della spesa pubblica''. Guardando alla struttura della spesa pubblica, si osserva nel documento, ''è evidente che non si può prescindere da interventi per aumentare la produttività del pubblico impiego e per modernizzare il sistema di welfare''.


COSTI POLITICA - Il taglio dei costi della politica ''è un punto essenziale. Non è possibile chiedere sacrifici agli italiani senza contemporaneamente procedere a tagli effettivi e credibili a tali costi''. Le parti sociali chiedono quindi di ''anticipare da subito le riduzioni contenute nella manovra. Non c'è bisogno di fare una Commissione per valutare i tagli da fare in relazione agli standard europei. Fare una commissione significa solo rinviare''. In particolare si propone di ridurre i costi delle assemblee elettive e degli organi dello Stato, abolire le Provincie, accorpare o consorziare i piccoli comuni.


LIBERALIZZAZIONI E PRIVATIZZAZIONI - Per quanto riguarda il capitolo liberalizzazioni e privatizzazioni, secondo le parti sociali occorre ''un grande piano di privatizzazioni e liberalizzazioni da avviare subito. Affrontare con decisione i temi essenziali della regolazione e dell'apertura dei mercati''. Bisogna in particolare intervenire ''nell'immediato su alcune delle situazioni critiche segnalate dall'Antitrust e procedere alla liberalizzazione delle professioni''. Inoltre occorre avviare la dismissione e la valorizzazione del patrimonio pubblico, con un piano articolato negli anni. E incentivare gli enti locali a ''dismettere patrimoni immobiliari e società di servizi consentendo loro di utilizzarne i proventi per spese d'investimento superando gli attuali vincoli del Patto di Stabilità''.


INVESTIMENTI - Le parti sociali chiedono quindi di sbloccare con ''misure eccezionali le opere già finanziate con risorse pubbliche e private. Rimuovere gli ostacoli normativi alla realizzazione delle opere con particolare riguardo alla logistica e all'energia''. In particolare si chiede di utilizzare, con il necessario cofinanziamento nazionale, i fondi europei per il Mezzogiorno a partire da quelli dell'anno in corso. ''Perdere questi fondi sarebbe inaccettabile'', osservano imprese e sindacati. Che invitano inoltre a modificare il titolo V della Costituzione per ''recuperare a livelli appropriati la strategia delle grandi reti ed evitare sovrapposizioni di competenze''.


SEMPLIFICAZIONE E P.A. - Il quinto punto del documento riguarda la semplificazione e Pubblica amministrazione. Nel documento si chiede di ''approvare rapidamente i provvedimenti di semplificazione all'esame del Parlamento. Non è più rinviabile la riforma strutturale della Pubblica amministrazione che permetta un recupero di produttività e consenta di risolvere situazioni di crisi utilizzando strumenti analoghi a quelli del settore privato''. Occorre, in particolare, accelerare l'utilizzo di nuove tecnologie nella Pa, ''per accrescere la produttività e contrastare l'evasione anche potenziando la fatturazione elettronica e riducendo l'uso contante. Al tempo stesso vanno evitate misure di vera e propria oppressione fiscale nei confronti dei contribuenti''.


LAVORO - Ultimo punto riguarda il mercato del lavoro. ''Alla luce delle gravi difficoltà del Paese le parti sociali proseguiranno l'impegno per modernizzare le relazioni sindacali'', si legge. Le parti sociali ricordano che, ''pur in una situazione difficilissima, le imprese e le banche italiane stanno dando un grande contributo all'economia del Paese. Sappiamo che le imprese devono crescere e recuperare produttività ''. Sindacati e imprese chiedono inoltre: di attuare ''un piano straordinario di lotta all'evasione fiscale e contributiva utilizzando i proventi per ridurre la pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro''; detassare in via strutturale i premi di risultato; incentivare la crescita dimensionale e la patrimonializzazione; avviare un piano di riduzione progressiva dei pagamenti ritardati alle imprese in vista dell'applicazione della direttiva comunitaria. Tra le richieste delle parti sociali, necessari per rilanciare il mercato del lavoro, c'è l'attuazione di ''politiche incisive volte alla promozione e difesa del made in Italy di qualità quale leva competitiva del Paese in grado di valorizzare il lavoro, il capitale e il territorio italiano, sfruttando il potenziale di penetrazione commerciale all'estero delle imprese italiane''. Occorre inoltre definire un piano energetico per la green economy con una visione al 2020, operando principalmente attraverso la fissazione di standard. Infine si chiede di sostenere i processi di ricerca e innovazione delle imprese cominciando con il rendere immediatamente operativo il credito d'imposta previsto dal decreto legge sviluppo.