Consulenza fiscale e Cassazione - sentenza Cassazione n. 10100/2011
Il Presidente dell'Istituto Nazionale Tributaristi, Riccardo Alemanno, ha inviato un nota a tutti gli iscritti in merito alla decisione della Corte di Cassazione n. 10100/2011 che, in contrasto con la stragrande maggioranza delle decisioni della stessa Cassazione, ha sentenziato che è fatto divieto ad un consulente del lavoro di operare nel settore della consulenza tributaria.
Alemanno nella sua nota scrive: Non ci sono chiarimenti da dare, non ci sono spiegazioni logiche. E' l'eterna partita che si gioca anche in campo giudiziario con sentenze che si alternano, che il più delle volte ci danno più vigore o in alcuni casi rischiano di gettarci nello sconforto, personalmente non ho mai gioito per le tante sentenze favorevoli al libero esercizio della consulenza, le ritenevo e le ritengo semplicemente logiche. Nella "conta" di queste sentenze della Cassazione è di gran lunga maggiore il numero di quelle che ribadiscono, nel settore tributario-contabile, il libero esercizio delle attività non riservate. Nella circostanza vale la pena sottolineare che la Corte Costituzionale con Sentenza del 12 dicembre 1996 n. 418 depositata il 27/12/1996, sentenza che vale in via generale e non solo per il caso specifico come per la Cassazione, ha ribadito ed affermato il libero esercizio della consulenza tributaria e contabile http://www.tributaristi-int.it/sentenze/sentenza418_96.pdf. Inoltre, prosegue Alemanno nella sua nota,non si è tenuto conto, nella sentenza della Cassazione, dell'introduzione in ambito normativo della figura dell'intermediario fiscale autorizzato. Così poi la chiusura della nota: Questa vicenda dovrebbe fare riflettere i rappresentanti di albi professionali ( consulenti del lavoro) o di professioni codificate per legge ( revisori legali) e far comprendere loro che l'esercizio dell'attività di consulenza fiscale non dipende dalle iscrizioni in albi o registri, che se mai danno loro la possibilità di esercitare attività effettivamente riservate come la consulenza del lavoro o la revisione contabile, ma esclusivamente dal libero esercizio della consulenza tributaria e pertanto non si possa definire un' attività soggetta a riserva. Quanto alla tipicità delle attività porfessionali, sarebbe opportuno lasciare il termine tipicità ai nostri prodotti eno-gastronomici, altrimenti con l'applicazione della tipicità ai settori professionali nessuno potrebbe più svolgere attività, se pochissimi soggetti in un regime di totale e devastante monopolio. Non credo che questo possa essere un bene per il Paese, è quasi superfluo sottolinearlo.