Legge di Bilancio: memoria dei tributaristi INT alla Commissione Bilancio del Senato, proposte a sostegno delle famiglie, dell’equità e della semplificazione.
Su richiesta della 5ª Commissione Programmazione economica, bilancio del Senato, che sta esaminando il Disegno di Legge di Bilancio per l’anno 2024, l’ Istituto Nazionale Tributaristi (INT) ha inviato una memoria con alcune proposte in tema di aiuti alla famiglie, equità per i professionisti soggetti a malattia e di semplificazione senza oneri a carico dello Stato. Nella memoria sottoscritta a nome del Consiglio nazionale dal Presidente Riccardo Alemanno, si legge: “ omissis...sulla Legge di Bilancio per l’anno 2024, nella consapevolezza che sia fortemente condizionata dalla limitazione delle risorse finanziarie, ci limitiamo ad auspicare, che interventi come il taglio del cuneo fiscale o i nuovi limiti dei fringe benefit che abbiano salutano con favore ancorché limitati all’anno 2024, possano raggiungere un’ applicazione in via strutturale in prossimi interventi legislativi. Così come ci limitiamo ad auspicare che i prossimi interventi nell’ambito della definizione delle somme iscritte a ruolo, le c.d. cartelle di pagamento, tengano conto che solo con una rateizzazione estremamente ampia con possibilità di sospensione delle scadenze, in caso di particolari eventi oggettivi e/o soggettivi, si potrebbero recuperare un’ulteriore parte dei crediti giacenti nel c.d. “magazzino” dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, senza creare difficoltà di liquidità tali da non riuscire a pagare rate troppo pesanti, come sta accadendo in questi giorni con richieste di riapertura dei termini o di proroga delle scadenze dell’attuale definizione agevolata. Consci pertanto della limitazione di possibilità di interventi alla Legge di Bilancio anche a causa dei precari equilibri finanziari, avanziamo solo pochissime proposte, senza oneri a carico dello Stato o addirittura che prevedono l’acquisizione di nuove risorse finanziarie.” Le proposte si possono così sintetizzare: sostegno alle famiglie proponendo la compensazione delle imposte dovute con quelle a credito nell’ambito dei componenti del nucleo famigliare e la creazione strutturale di importo extra sugli accertamenti definiti a carico dei soggetti che, distrattamente o volutamente, hanno sottratto imponibili alla tassazione, importo aggiuntivo che dovrà essere destinato esclusivamente al Fondo famiglie, doppio intervento a favore dell’equità, il primo sempre per i nuclei familiari in tema di ISEE, il secondo per i professionisti in stato di malattia, dove il risparmio di risorse del primo assicura le necessità di copertura del secondo, cancellando una ingiustificabile discriminazione tra tipologie di professionisti. Per concludere con quattro proposte di semplificazione e di efficienza su compensazioni dei crediti erariali e del deposito di atti telematici agli enti camerali, che escludono qualsiasi onere a carico dello Stato. “Solo proposte a favore delle famiglie, dell’equità e della semplificazione che non prevedono costi a carico dello Stato, lo avevamo dichiarato nella prima analisi sulla Legge di Bilancio e lo abbiamo mantenuto dopo che la Commissione ha richiesto una nostra memoria” - precisa Alemanno che aggiunge – “ siamo consapevoli che molti altri potevano essere gli interventi da proporre, ma in questa fase abbiamo voluto essere coerenti con quanto avevamo annunciato.”
Di seguito alcune delle proposte inviate alla Commissione Bilancio
CONTRIBUTO PER IL FONDO FAMIGLIA
Si potrebbe prevedere un contributo per il Fondo Famiglia, a regime, da applicarsi agli accertamenti definitivi, calcolato sulla base degli imponibili evasi dalle persone fisiche e giuridiche. Una somma da riscuotere con le imposte e le sanzioni, da calcolarsi ad esempio su uno schema similare al seguente: sino a 2.000,00 euro di maggior imponibile contributo di euro 100 - da 2001 a 5.000 contr. di 200 - da 5.001 a 10.000 contr. di 400 - da 10.001 a 20.000 - contr. di 600 - da 20.001 a 30.000 contr. di 800 - da 30.001 a 50.000 contr. di 1.000 e poi a seguire con ulteriori fasce di maggior imponibile accertato e di contributo. In un periodo di crisi così profonda è tempo che chi ha evaso, oltre al pagamento delle imposte e delle sanzioni, provveda a contribuire al finanziamento del welfare che ha penalizzato con il suo comportamento scorretto, sarebbe un atto di giustizia e di equità nei confronti dei contribuenti corretti. Non si ritiene che ciò possa essere esaustivo di tutti gli interventi necessari per la Famiglia, ma costituirebbe un intervento strutturale e sarebbe un bel segnale per la Nazione oltre a un monito per gli evasori.
IL CONSOLIDATO FISCALE DI FAMIGLIA
Ci sono proposte che possono semplificare notevolmente la vita fiscale degli italiani e che costano poco più di zero. Per esempio, si potrebbe pensare a come compensare i crediti fiscali del marito con i debiti della moglie, e viceversa. Ma anche estendendo questa possibilità ad altri familiari, conviventi, in una sorta di ‘consolidato fiscale familiare’, compensando debiti e crediti fiscali di un dato periodo di imposta. Se genitori e figli, nonni e nipoti, hanno un legame di convivenza, non è giusto, ad esempio, che i figli debbano attendere un rimborso o riportare in avanti un credito non potendo presentare il modello 730, quando per la stessa annualità i genitori anticipano imposte. Il consolidato di famiglia, ovviamente su opzione vincolante e con determinate regole, potrebbe essere un'idea utile a non far uscire liquidità dalla famiglia, quando i debiti ed i crediti si potessero compensare. Occorrerebbe pensarci, non costa molto, ma potrebbe dare sollievo in molte situazioni di illiquidità in famiglia. La copertura finanziaria, peraltro minima e di pura liquidità di periodo in quanto non c’è diminuzione di gettito, andrebbe determinata considerando l’anticipazione dei tempi di rimborso o di utilizzo per i crediti e il mancato incasso immediato dei debiti fiscali. Bisogna anche considerare però il risparmio per interessi e per costi di gestione che lo Stato non pagherebbe sui rimborsi.
Due interventi di equità per famiglie e professionisti
Intervento in materia di ISEE, all'art. 38
Disamina dell’art. 38 della Legge di Bilancio, in materia di ISEE: “Nella determinazione dell’indicatore della situazione economico equivalente (ISEE), sono esclusi, fino al valore complessivo di 50.000 euro, i titoli di stato di cui all’articolo 3 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di debito pubblico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 2003, n. 398, nonché i prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato.” Considerando l’ISEE una dichiarazione a cui sono legate moltissime prestazioni socioeconomiche, c’è da porre l’attenzione alla disparità di trattamento economico tra chi possiede e chi non detiene un patrimonio mobiliare costituito dai titoli di Stato citati nella legge. Inoltre, un importo di € 50.000,00 escluso dal calcolo dell’ISEE e ancor prima dall’ISP (Indicatore della Situazione Patrimoniale) aumenterebbe ulteriormente la disparità tra i soggetti, garantendo fruizioni di benefici che diversamente non si avrebbe avuto diritto o escludendo beneficiari in reale necessità (un esempio su tutti l’Isee universitario) In un momento di scarsità di risorse finanziarie, è condivisibile aiutare famiglie e imprese, ma senza creare differenze e disparità economiche tra soggetti. La nostra proposta è di abbassare il tetto di esclusione a 25 mila euro, sicuramente più in linea con una media dei risparmi dei nuclei familiari in titoli di Stato o dallo stesso garantiti, nonché meno discriminatoria.
Intervento a tutela di tutti i professioni siano essi associativi od ordinistici
Proposta di modifica all’ art.1 comma 933 Legge 234/2021 Legge di Bilancio per il 2022 (Tutela del professionista in caso di malattia)
Art. 1 comma 933. Ai fini dei commi da 927 a 944:
a) per « libero professionista » s’intende la persona fisica che esercita come attività principale una delle attività di lavoro autonomo per le quali è previsto l’obbligo di iscrizione ai relativi albi professionali;
Proposta emendativa
all’ art.1 comma 933 lettera a) della Legge n.234 del 30 dicembre 2021, dopo le parole “…ai relativi” inserire: …albi, registri, elenchi o una delle attività professionali di lavoro autonomo di cui alla Legge n. 4 del 14 gennaio 2013;” prosegue nella versione originaria.
Motivazione: la giusta tutela da malattia o infortunio opera solo per gli iscritti ad albi professionali escludendo tutti professionisti di cui alla Legge n.4 del 14/01/2013 (Professioni non ricomprese in ordini o collegi) o quelli iscritti in elenchi o registri e indirettamente anche i loro assistiti. I commi da 927 a 944 dell’art. 1 della Legge 234/2021 (Legge di Bilancio) trattano la materia, in particolare la discriminazione è contenuta nel comma 933 alla lettera a): “933. Ai fini dei commi da 927 a 944: a) per «libero professionista» s'intende la persona fisica che esercita come attività principale una delle attività di lavoro autonomo per le quali è previsto l'obbligo di iscrizione ai relativi albi professionali. Considerando una sorta di paria i professionisti di cui alla Legge n.4/2013 e i loro assistiti, ciò è evidentemente stigmatizzabile sia sotto il profilo costituzionale che sociale, ma la norma di fatto contiene anche una grave lesione della concorrenza. Poiché si prevede la sospensione degli adempimenti tributari sia per il professionista, che per i suoi assistiti, i contribuenti potrebbero sentirsi maggiormente tutelati affidandosi ad un professionista indicato nella norma e questo non per maggior competenza, ma per una tutela discriminatoria, con buona pace dei professionisti quali i tributaristi, i revisori legali, gli amministratori di condominio, solo per citare alcune categorie discriminate. Sono pertanto posti su diversi piani del diritto alla salute donne e uomini del settore professionale su un tema come la tutela dalla malattia che non deve mai prevedere limiti e differenze. L’emendamento elimina tale discriminazione ristabilendo parità di diritti in caso di malattia o infortunio.