Istituto Nazionale Tributaristi

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Comunicato

Riforma delle professioni: un riforma che di fatto  andrà a detrimento  di un vasto numero di cittadini non potrà avere effetti positivi per il Paese.

Roma
  21-07-2010

"Più sento parlare dell'attuale riforma, quella dei soli ordini, ben distinti dalle "barbare" associazioni, più mi convinco che una riforma come quella auspicata e sostenuta dai dirigenti degli ordini nonché da politici, che paiono essere più legati al proprio ordine professionale che al voto popolare con cui sono stati eletti, di fatto andrà a detrimento di un vasto numero di cittadini e non potrà quindi avere effetti positivi per il Paese" questo il caustico commento del Presidente dell'Istituto Nazionale Tributaristi (INT), Riccardo Alemanno, dopo che nei giorni scorsi si è nuovamente parlato di riforma e di incontri tra il Ministro della Giustizia e gli ordini professionali.
" Non ho mai parlato più di tanto di riforma delle professioni" prosegue Alemanno " perchè questa è materia delegata al Colap a cui l'INT aderisce. Ma ora non è più possibile stare zitti di fronte a dichiarazioni ed atti di una ipocrisia totale, ordini che chiedono ed ottengono, in un periodo di grave crisi economica, l'aumento del 50 % delle proprie tariffe professionali, dirigenti degli ordini che solo per timore che possa arrivare nel nostro Paese un vero ammodernamento del settore professionale, invocano più tutela dell'utenza per strumentalizzare sempre più le differenze tra ordini ed associazioni, dimenticando che ancora oggi molti professionisti ordinistici sono privi della copertura assicurativa di responsabilità civile verso terzi, primo vero atto concreto per la tutela dell'utenza, politici che paiono non avere ben presente la realtà del nostro Paese nel settore dei servizi professionali e restano legati a schemi ormai obsoleti e superati che impediscono il vero rinnovamento di questo importante settore produttivo della nostra economia."
E' un fiume in piena il Presidente dell'INT, che precisa " Qui non si tratta di distinguere i buoni dai cattivi, poiché non sono assolutamente in discussione le capacità e le competenze degli iscritti in albi, si tratta di prendere atto che da decenni operano nel nostro Paese, nel pieno rispetto delle vigenti Leggi, centinaia di migliaia di professionisti la cui attività non prevede l'iscrizione ad un albo, una riforma che non tenga conto di questa realtà rischia di creare un danno enorme a chi lavora e da lavoro senza null'altro pretendere se non la possibilità di continuare a svolgere la propria attività, in una situazione di maggiore tranquillità e certezza, senza dovere affrontare ogni giorno una sorta di precarietà legata alle decisioni di altri, senza neanche avere la possibilità di essere ascoltati, interpellati su cambiamenti che riguardano anche il proprio lavoro. Chi gestisce il potere legislativo ha il dovere di tenere conto di tutti i cittadini che sono interessati da un progetto di riforma legislativa, spero vivamente che ci sia un ripensamento e che la riforma degli ordini non diventi invece un modo surrettizio per cancellare di fatto l'attività dei professionisti iscritti alle libere associazioni."