Tributaristi INT: occorre modificare i sistemi di controllo sulle compensazioni dei crediti erariali. Alemanno: è necessario sostituire il visto con la comunicazione preventiva.
Roma
12-11-2019
Il fatto che le truffe sulle compensazioni siano oggetto di attenzione e giusta preoccupazione da parte di governo e parlamento, significa che il controllo collegato al visto di conformità ha fallito creando solo costi aggiuntivi per i contribuenti. I tributaristi dell’ Istituto Nazionale Tributaristi (INT), per bocca del loro Presidente, Riccardo Alemanno, hanno evidenziato tale situazione e proposto l’introduzione della comunicazione preventiva, già normata nel 2007 e poi cancellata in nome di una semplificazione che nel corso degli anni ha proprio ottenuto l’effetto contrario ovvero la complicazione ed il pagamento di costi per la compensazione del proprio legittimo credito erariale. Alemanno, ha spiegato le proposte presentate al parlamento: “ Oltre agli investimenti o a tipologie di attività che per loro natura producono un credito di imposta, gli istituti dello split payment e del reverse charge, che hanno sicuramente ottenuto effetti positivi nell’ambito della lotta all’evasione dell’IVA, hanno però prodotto problemi di liquidità alle imprese con la creazione di importanti crediti, problemi che potrebbero essere superati se fosse consentita una più elastica gestione dei propri crediti erariali. Ora per porre un argine al fenomeno delle truffe sulle compensazioni dei crediti, si introducono nuovi parametri volti al controllo di questo istituto, così da limitarne gli effetti negativi. Ciò dimostra di fatto il fallimento del visto di conformità (che oltretutto rappresenta un ulteriore costo per le imprese), in luogo del quale si potrebbe prevedere la comunicazione telematica preventiva all’Agenzia delle Entrate del credito che si andrà a compensare oltre i 5.000,00 euro, quantomeno per le imprese meno strutturate e per crediti sino a 30.000,00 annui, per poi estenderla a tutte le tipologie di compensazioni. L’Agenzia conoscerebbe in anticipo l’importo del credito, la tipologia dell’attività svolta dal titolare del credito, potrebbe, ante e non post, bloccare l’operazione per richiedere eventuali chiarimenti o svolgere accertamenti. I contribuenti corretti non sarebbero costretti a pagare un certificatore per compensare un loro legittimo credito ed i disonesti avrebbero difficoltà ad inviare loro stessi una comunicazione di compensazione evidentemente anomala. Ovviamente in attesa della auspicata totale sostituzione del visto di conformità con la comunicazione preventiva, occorre estendere la platea dei certificatori anche ad altre tipologie di intermediari fiscali quali i tributaristi qualificati ai sensi della L. 4/2013 e certificati in base alla norma UNI 11511 oltre ai già abilitati tributaristi iscritti nei ruoli degli esperti in tributi.”