Una finanziaria come le altre del D.G. Roberto Vaggi
Roma
13-01-2020
“Speranze deluse” di Giuseppe Pellizza da Volpedo, ancora una volta è questa l’icona dei sentimenti di chi, come noi dell’I.N.T., si sta sgolando da anni urlando sommessamente: SEMPLIFICAZIONI ! La pastorella di Volpedo del 1894, tradita dal suo amato che va sposo (sullo sfondo) ad un’altra giovane, la eleggiamo a paladina di tutti i contribuenti italiani delusi, come sempre, ancora nel 2020.
Chi, professionalmente parlando, porta i capelli bianchi ricorderà la mitica uscita dell’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro del 16 giugno 1993 allorché, scoprendo un mondo che evidentemente gli era sconosciuto, e coi modi gravi che contraddistinguevano quell’austero magistrato e politico e presidente novarese, lanciò un anatema contro i gestori del Fisco della Repubblica da lui presieduta: “Chi ha inventato quel modulo (il 740) abita sulla Luna”.
Sembrò, sull’onda di quel tardivo risveglio, che vi sarebbero state conseguenze nell’auspicata direzione di rendere maggiormente intelligibili i geroglifici ministeriali, ma nulla accadde. I giornali titolarono in grassetto a corpo di scatola, e i vignettisti satirici si scatenarono, tanto che restò memorabile l’iniziativa del periodico Il Male che pubblicò un fac-simile del Mod. 740/94 zeppo di gustosissime indicazioni e richieste di fantasia, quali: Numero delle orecchie del contribuente, Ore di sonno, Superficie delle suole delle scarpe in centimetri quadrati, Numero delle piastrelle di ciascun bagno, Numero di istrici posseduti, Risultato delle analisi delle feci. Ed infine il conteggio finale: ...Moltiplica x 56, dividi x 14, aggiungi la parola gheriglio… trascrivi al rigo 18, vai a pagina 3, gioca una partita di biliardo alla bresciana e riporta il numero dei punti diminuito dell’età di tuo suocero, ...riposa una mezz’ora e scrivi una cifra a caso: quest’anno ci devi Lire 31.678.450. Geniale!
E di fantasia, certo, ma quel “740 lunare” viaggiava su quella linea di incomunicabilità che ben conoscevamo, eppure era lo Stato che parlava ai cittadini, e da loro pretendeva (e pretende) dei puntuali adempimenti, dando loro informazioni siffatte, anche oltre la satira, e richiedendo di ritorno informazioni che già l’anno successivo sarebbero state abbandonate perché, con ogni evidenza, inutili. Come il numero degli istrici posseduti, appunto. Inutili, e dunque inutilmente vessatorie. Né risulta che il presidente Scalfaro, né alcun suo successore, si sia dilungato nell’esprimere una reprimenda secondo Costituzione, non al “Funzionario lunare” che era, ed è, un mero esecutore, ma al Parlamento che quelle follie burocratiche promuoveva e tuttora promuove.
Qual è la situazione quasi trent’anni dopo? Che le istruzioni di un 730 assommano ad un centinaio di pagine in formato A4, vale a dire la consistenza di un normale libro di narrativa. Eppure quello sbandieratissimo modello dichiarativo semplificato, che ha fatto la fortuna di molti CAF e dei potenti organismi che li han potuti promuovere, si diceva fosse compilabile in dieci minuti, e come tale è stato venduto, come una grande innovazione nel mondo tributario, apportatrice di grande semplificazione. E tralasciamo di ricordare l’assurda complessità negli anni degli Studi di settore, ora evoluti in I.S.A. senza che ciò abbia comportato un minimo miglioramento in tal senso, portando oltretutto a risultati aberranti.
Perché dunque speranze deluse? Perché anche il momento sommo nel quale lo Stato impone ai cittadini le sue direttive fiscali (oggi chiamansi Legge di Bilancio) si configura, come sempre, senza l’ombra di semplificazioni. Anzi, se usciamo vivi dal ginepraio di obblighi, agevolazioni, regalie che compongono tale fondamentale norma (questa come ogni altra legge di bilancio del passato), e ci soffermiamo per esempio sulla gestione delle auto aziendali, leggiamo che il fringe benefit potrà essere del 25%, del 30%, del 40% che poi diventerà 50%, del 50% che poi diventerà 60%, e comunque queste percentuali valgono non da subito, ma dai contratti stipulati da luglio 2020, e solo sui veicoli di nuova immatricolazione… Pensiamo alle difficoltà che incontreranno i controllori dei benefici contabili relativi e, prima ancora, l’ulteriore aggravio per i nostri Studi nel determinarli. E’ forse, questo, un corretto rapporto tra lo Stato e il contribuente?
Anche se ormai privi di voce, lo diciamo ancora una volta: che si imbocchi finalmente la via maestra della semplificazione legislativa, primo passo verso una riforma di civiltà di cui questo Paese ormai ha una necessità vitale e inderogabile.