L’involuzione della specie (come parlare della farraginosità delle nostre imposte con sorriso ed ironia) di Roberto Vaggi
Roma
04-12-2019
L’involuzione della specie.
I due volumi sopra riprodotti in effigie testimoniano inequivocabilmente del regresso della specie umana negli ultimi 35 anni.
A sinistra lo smilzo volumetto (201 pagine in formato 15,5 x 21 x 200 grammi) che contiene i 94 articoli, le due tabelle (A e B) delle aliquote “anomale” rispetto a quella normale del 18%, i decreti interpretativi e le circolari fino ad allora pubblicati, con le ulteriori tabelle delle altre aliquote. Volumetto col quale Buffetti Editore ci consentiva di affrontare l’attività contabile/tributaria nel gennaio 1984. Allora l’Imposta sul Valore Aggiunto era già adolescente, essendo stata partorita col DPR 633 del 26 ottobre 1972 entrato in vigore il 1° gennaio 1973.
Da quei lontani anni, sotto i ponti della consulenza tributaria sono passati decreti e leggi e direttive brusselliane e circolari e sentenze a centinaia, che ci consentono di contraddire, parafrasandolo, quanto affermava Charles Darwin nel 1859 sulla evoluzione della specie. Si tratta viceversa di una sorta di nocivo inquinamento cartaceo, che ha bellamente ignorato le reiterate richieste di semplificazione, tra le quali numerose sono quelle avanzate dall’I.N.T..
L’involuzione di cui si tratta è stata prodotta non dal Fato, ma dall’uomo stesso attraverso i suoi organismi deliberanti, tra i quali ha avuto un ruolo determinante l’Unione Europea, dato che l’I.V.A. è un Tributo armonizzato.
Perdurando la necessità di far luce in quella selva oscura (e non disponendo, a differenza di Dante, di altro Publio Virgilio Marone che ci guidasse poetando), al VI Congresso I.N.T. di Napoli abbiamo omaggiato agli ospiti una copia del volume qui sopra riprodotto (foto di destra), volume edito dalla meritevolissima Editoria Fiscale SEAC nel febbraio 2019 (1.215 pagine in formato 21 x 29,5 x 2.300 grammi). Un tomo tanto ponderoso da esser capace di rendere incerto l’imbarco dei bagagli nei voli aerei di ritorno post congressuali.
Mr. Darwin, dal suo sacello in Westminster, mi scuserà se affermo che non sempre le specie evolvono, essendo l’involuzione sempre in agguato, così come l’inutile offesa alla lingua di Dante perpetrata anche dalla normativa I.V.A.: split payment, cash accounting, transfer pricing, reverse charge, B2B e B2C…
Suggerisco di tentare almeno una frenata in questa incredibile reazione a catena che metterebbe a dura prova anche un redivivo Enrico Fermi, e finanche di ipotizzare sognando (un semplice pour parler) gli effetti di un onirico tentativo di IVAexit che riportasse tutti alla ragione di una imposta nata semplice 47 anni fa per essere di semplice e ragionevole applicazione. Parliamone, anche quale semplice espressione di mugugno, in sé non è una bestemmia, tanto più che l’aggio spettante alla UE è di appena lo 0,3 % sull’aliquota complessiva.
Si paghi questa cuenta, ma si riacquisti il diritto di scrivere in italiano chiaro e succinto come gestire quella che, in fin dei conti, è nient’altro che l’erede della defunta I.G.E..
Si paghi questa cuenta, ma si riacquisti il diritto di scrivere in italiano chiaro e succinto come gestire quella che, in fin dei conti, è nient’altro che l’erede della defunta I.G.E..
Dott. Roberto Vaggi
Direttore Generale INT
Direttore Generale INT