Istituto Nazionale Tributaristi

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Candidata Monica Stefania Baldi

Due domande dell'INT ai Candidati alle elezioni europee

Roma
  23-05-2019

Le risposte di Monica Stefania Baldi , pervenute il 23 maggio, Candidata nella Circoscrizione 3 Centro nella lista Fratelli d'Italia.

Monica Stefania Baldi toscana, urbanista e architetto libero professionista vive a Firenze. Ho accettato con consapevolezza la candidatura di Fratelli d’Italia perché sono convinta di poter dare un contributo apprezzabile affinché l’Italia possa tornare a rivestire quel ruolo da grande protagonista in Europa, che merita. Il mio slogan è: "Baldi e forti con l'Italia protagonista in Europa". La politica rappresenta una parte importante della mia vita. Sono stata eletta deputata al Parlamento Europeo nella IV Legislatura, 1994 – 1999, nella Circoscrizione Italia Centrale. Ho affrontato il mio primo incarico in Parlamento Europeo con particolare spirito di servizio, entusiasmo e umiltà, studiando a fondo le materie del contendere e cercando di capire bene i rapporti e i delicati equilibri politici istituzionali dell’Unione Europeo. Nel 2001 sono stata eletta alla Camera dei Deputati, nella XIV Legislatura, nella circoscrizione Toscana e ho ricoperto l’incarico di Segretario della Commissione Affari Esteri e Comunitari; Membro della Commissione Politiche dell’Unione Europea.


DOMANDE AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO

1- Viviamo un periodo nel quale sempre più l'economia supera i confini nazionali e chiede alle nostre imprese di confrontarsi con realtà produttive di altri Paesi, di prendere decisioni attraverso professionisti che necessitano di competenze "europee". Quali strumenti si possono ipotizzare per creare un supporto alle nostre imprese e quindi dei loro consulenti, per facilitare le scelte di investimento in altri Paesi europei, sia in ambito fiscale che commerciale/organizzativo?

RISPOSTA:
In questo momento in Italia è necessario attivare qualsiasi strumento per informare sui progetti di sviluppo avviati dall’Unione Europea e far così conoscere le molteplici opportunità che vengono offerte dai programmi comunitari, che sono le linee di finanziamento gestite direttamente dalla Commissione europea. Sarà fondamentale favorire la formazione continua dei professionisti, anche mediante incentivi fiscali, in modo che essi possano rafforzare le loro competenze in materia di fondi europei e che siano in grado di identificare possibili bandi d’interesse. Ritengo sia importante dotarsi di strumenti per favorire l'internazionalizzazione delle nostre imprese e dei nostri prodotti, che tenga conto dell’innovazione tecnologica. L’attenzione primaria deve essere per le Piccole e Medie Imprese (PMI), che rappresentano il tessuto connettivo dell’Italia, ma anche dello sviluppo economico dell’intera Europa. È necessario che l’accesso al credito possa essere sempre più facilitato, consentendo in un futuro più che prossimo, la possibilità di attingere ai mercati di capitali europei. È fondamentale, però, incentivare una maggiore adozione e utilizzo dell’ICT (Information and Communications Technology) e dei servizi digitali come acceleratori dello sviluppo anche per velocizzare il processo di trasformazione e di maggiore efficacia. La chiave del successo è una piattaforma che colleghi consumatori e creatori di contenuti favorendo la digitalizzazione delle imprese e commercio elettronico. La mia proposta è realizzare un programma ERASMUS PLUS PER LE PMI che siano in grado di valorizzare le proprie capacità artigianali, storiche e innovative; generando un dialogo tra gli Stati Membri per realizzare una rete europea tra piccoli imprenditori e artigiani con programmi innovativi finanziati. In questo modo si potrebbe concretizzare uno scambio di buone pratiche e, altresì, d’innovazione e ricerca creando tante nuove opportunità per le piccole e medie imprese europee con partenariati innovativi per costituire sinergie tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro. Prioritario è il ruolo dell’economia digitale: il termine che indica innovazione e tecnologia, applicate all’economia e a tutte le attività necessarie a soddisfare un bisogno. La partita sull’Intelligenza Artificiale si gioca tra USA, Cina, Europa e Israele. L’Europa paga la frammentazione nelle varie politiche nazionali. L'Italia è al 25° posto su 28 paesi europei nel punteggio DESI (Digital Economy and Society Index) complessivo del 2018 e ha sviluppato una strategia per raggiungere gli obiettivi indicati predisponendo il “Piano nazionale Banda Ultra Larga” e “Crescita Digitale”. Affinché si sviluppi una più efficiente economia digitale è necessario vi siano alcuni presupposti: dotarsi di infrastrutture tecnologiche, fisse e mobili, evolute; diffondere tra le PMI una maggiore adozione e utilizzo dell’ICT; ripensare i modelli imprenditoriali; puntare sulla formazione dei lavoratori. È un settore in continua evoluzione e trasformazione tanto da ampliare continuamente lo spazio dell’economia digitale. Il fenomeno più importante è la sempre maggiore integrazione e ibridazione tra il digitale e l’economia tradizionale, i cui processi produttivi vengono trasformati e ottimizzati dalla tecnologia digitale. È, comunque, necessario riferirsi al programma comunitario, approvato recentemente, "Europa Digitale" che punta a sfruttare al meglio il nuovo quadro giuridico che sta dando vita al mercato unico, concentrandosi su cinque settori: calcolo ad alte prestazioni, intelligenza artificiale, cybersicurezza, competenze digitali e uso delle tecnologie digitali nell'economia e nella società.


2- Spesso le rigidità di accesso alle professioni di alcuni Stati membri, che non sempre equivalgono a garanzia per l’utenza, ma piuttosto rappresentano mere barriere all’accesso, prevalgono sull’interesse della circolazione dei servizi professionali.
In particolare nel nostro Paese non si tengono in piena considerazione tutte le professionalità che fanno riferimento alla Legge 4/2013 (Professioni non organizzate in ordini o collegi), spesso anche le istituzioni non tengono conto che il mondo professionale si suddivide in due sistemi (c.d. sistema duale) quello ordinistico che fa riferimento a professioni un tempo definite protette, ma che oggi soffrono di due fattori crescita e sistema previdenziale, quello libero associativo che accoglie professionalità in continua evoluzione e che sostiene, dal punto di vista previdenziale, la gestione separata dell’Inps. Non pensa che lo Stato e le Istituzioni in genere debbano maggiormente considerare questo nuovo sistema professionale in continua crescita qualitativa e numerica?

RISPOSTA:
Assolutamente sì, specialmente considerando la nascita di nuove professioni che si formano per far fronte ad un mercato globale sempre più competitivo in una società in continua evoluzione. Ritengo indispensabile valutare le necessità dei professionisti non iscritti ad ordini anche per rispondere concretamente con misure di tutele necessarie a garanzia di cittadini e imprese. È necessario, comunque, considerare che il Trattato dell'Unione Europea assicura la libera circolazione dei lavoratori e, in particolare, disciplina il diritto di stabilimento che investe qualsiasi attività di lavoro svolta in regime di non subordinazione e in modo stabile. Il diritto di stabilimento ricorre nei casi in cui un professionista qualificato intende esercitare la propria professione in uno Stato membro diverso da quello in cui ha ottenuto la qualifica professionale. Tuttavia, poiché ogni Stato membro può subordinare l'accesso a una determinata professione al possesso di una qualifica professionale specifica, la qualifica ottenuta nel proprio Stato di origine potrebbe non essere sufficiente sul territorio di un altro Stato membro. Questo potrebbe costituire un impedimento alla libera circolazione dei professionisti nell'Unione Europea, regolata dalla direttiva 2005/36/CE, che permette al cittadino di esercitare temporaneamente la propria professione in qualsiasi Stato dell'UE, senza necessità di dover ottenere il riconoscimento della propria qualifica professionale.