Istituto Nazionale Tributaristi

Condividi su: FaceBook X (Twitter) LinkedIn

Candidata Daniela Rondinelli

Due domande dell'INT ai Candidati alle elezioni europee

Roma
  17-05-2019

Le risposte di Daniela Rondinelli, pervenute il 17 maggio, Candidata capolista alla Circoscrizione Centro per M5S.

Daniela Rondinelli, laureata nel 1991 alla Luiss, è componente del Gabinetto di Presidenza del Comitato economico e sociale europeo (Cese) , organo consultivo che consente a gruppi di interesse e organizzazioni sociali di esprimere un'opinione sulle proposte legislative e su altre questioni. Ha detto: “L’Europa è la mia casa, ma anche la palestra di vita in cui mi sono formata e ho sviluppato la mia professionalità nelle relazioni internazionali, nelle politiche sociali e del lavoro e sul tema della parità di genere.”


DOMANDE AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO

1) Viviamo un periodo nel quale sempre più l'economia supera i confini nazionali e chiede alle nostre imprese di confrontarsi con realtà produttive di altri Paesi, di prendere decisioni attraverso professionisti che necessitano di competenze "europee". Quali strumenti si possono ipotizzare per creare un supporto alle nostre imprese e quindi dei loro consulenti, per facilitare le scelte di investimento in altri Paesi europei, sia in ambito fiscale che commerciale/organizzativo?

RISPOSTA:
L'internazionalizzazione rappresenta un fattore chiave per lo sviluppo di un'impresa, in particolare di un paese come l'Italia che fa delle sue eccellenze un vanto a livello mondiale. Uno dei nostri problemi chiave è quello di valorizzare le nostre produzioni di alta qualità, consapevoli che il 95% delle aziende italiane hanno meno di 15 dipendenti e, quindi, è molto più complesso avviare processi di digitalizzazione, innovare processi aziendali e costruire reti a livello internazionale. Anche per questa ragione il governo ha costituito recentemente un fondo ad hoc per sostenere i costi delle aziende che decidono di dotarsi di un manager che le guidi nella transizione verso la digitalizzazione. Inoltre è importante, anche in un’ottica europea, che le aziende siano sostenute nella creazione di reti di impresa transnazionali, che peraltro rappresenta un fattore chiave per accedere ai fondi europei. In quest'ottica la formazione permanente sarà un elemento chiave per tutti i lavoratori e diventerà una precondizione fondamentale per restare sul mercato. Un discorso a parte, infine, merita il tema della concorrenza sleale dentro e fuori l'Unione. A mio avviso la prima è estremamente grave poiché il dumping fiscale e salariale stanno non solo mettendo in crisi interi settori produttivi, ma anche facendo collassare il mercato unico e con esso il progetto europeo. Il Movimento 5 Stelle si adopererà senza sosta per contrastare questi fenomeni e proteggere il made in italy. Per la seconda, invece, quella con paesi terzi, è indispensabile avviare negoziati bilaterali, come quello con la Cina, senza il quale non potremo porre fine alla contraffazione.

2)Spesso le rigidità di accesso alle professioni di alcuni Stati membri, che non sempre equivalgono a garanzia per l’utenza, ma piuttosto rappresentano mere barriere all’accesso, prevalgono sull’interesse la circolazione dei servizi professionali.
In particolare nel nostro Paese non si tengono in piena considerazione tutte le professionalità che fanno riferimento alla Legge 4/2013 ( Professioni non organizzate in ordini o collegi), spesso anche le istituzioni non tengono conto che il mondo professionale si suddivide in due sistemi (c.d. sistema duale) quello ordinistico che fa riferimento a professioni un tempo definite protette, ma che oggi soffrono di due fattori crescita e sistema previdenziale, quello libero associativo che accoglie professionalità in continua evoluzione e che sostiene, dal punto di vista previdenziale, la gestione separata dell’Inps. Non pensa che lo Stato e le Istituzioni in genere debbano maggiormente considerare questo nuovo sistema professionale in continua crescita qualitativa e numerica?

RISPOSTA:
Sono consapevole che il problema che vivono molti professionisti italiani non è semplice e va affrontato in modo coordinato su più livelli. Sicuramente molto può essere fatto sul fronte interno, sia dal punto di vista previdenziale, sia per quanto concerne il ruolo che questi svolgono quotidianamente. A livello europeo, invece, dobbiamo lavorare per favorire la libera circolazione dei lavoratori anche in questo settore. Sono davvero pochi i professionisti italiani che sfruttano a pieno le opportunità offerte dal mercato unico. Ovviamente, per favorire questi processi è necessario creare un meccanismo comune di riconoscimento delle competenze che tuteli in primis cittadini, in quanto potenziali utenti, e gli stessi professionisti del settore. In Europa si sta tentando di creare un “Erasmus dei professionisti” per condividere esperienze e metodologie di lavoro. Personalmente provengo dalla prima generazione Erasmus e ritengo che questa sia un'esperienza vitale per uscire dal proprio guscio e guardare oltre. Se gli studenti hanno avuto il coraggio di mordere il mondo ora tocca anche ai professionisti portare le loro competenze al di là delle Alpi e gli italiani con il loro know how hanno molto da offrire in tanti settori e in molti livelli