Due domande dell'INT ai Candidati alle elezioni europee
Roma
15-05-2019
Le risposte di Emanuele Crosato, pervenute il 14 maggio, Candidato nella circosrizione nord-est per Forza Italia.
Emanuele Crosato nato nel 1982 a Motta di Livenza (TV), vive a Cessalto (TV) dove ricopre il ruolo di Consigliere comunale, laureato in agraria, in economia aziendale, in amministrazione e finanza ed in governance delle organizzazioni pubbliche, dal 2013 è dipendente regionale.
Dichiara: "I miei genitori, ora in pensione, sono degli agricoltori, mi hanno insegnato il sacrificio ed il rispetto per l'ambiente e gli animali".DOMANDE AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO
1- Viviamo un periodo nel quale sempre più l'economia supera i confini nazionali e chiede alle nostre imprese di confrontarsi con realtà produttive di altri Paesi, di prendere decisioni attraverso professionisti che necessitano di competenze "europee". Quali strumenti si possono ipotizzare per creare un supporto alle nostre imprese e quindi dei loro consulenti, per facilitare le scelte di investimento in altri Paesi europei, sia in ambito fiscale che commerciale/organizzativo?
RISPOSTA:
L’esportazione di beni e servizi italiana è di oltre 450 miliardi di euro all’anno, dobbiamo difendere questa ricchezza, nonché l’ingegno italiano. L’Europa deve avere mercati liberi ma regolamentati, le nostre imprese devono beneficiare di accordi che portino ricchezza ed occupazione. Tutto questo comporta un continuo confronto con sistemi fiscali, commerciali e organizzativi diversi che richiedono competenze e conoscenze adeguate che permettano alle nostre imprese ed ai loro consulenti di prendere le decisioni giuste. Credo che attraverso delle piattaforme sul web si possa creare quel punto di incontro di condivisione e di scambio di competenze necessarie alle aziende ed ai loro consulenti per confrontarsi sulle varie tematiche economiche europee.
2- Spesso le rigidità di accesso alle professioni di alcuni Stati membri, che non sempre equivalgono a garanzia per l’utenza, ma piuttosto rappresentano mere barriere all’accesso, prevalgono sull’interesse la circolazione dei servizi professionali.
In particolare nel nostro Paese non si tengono in piena considerazione tutte le professionalità che fanno riferimento alla Legge 4/2013 ( Professioni non organizzate in ordini o collegi), spesso anche le istituzioni non tengono conto che il mondo professionale si suddivide in due sistemi (c.d. sistema duale) quello ordinistico che fa riferimento a professioni un tempo definite protette, ma che oggi soffrono di due fattori crescita e sistema previdenziale, quello libero associativo che accoglie professionalità in continua evoluzione e che sostiene, dal punto di vista previdenziale, la gestione separata dell’Inps. Non pensa che lo Stato e le Istituzioni in genere debbano maggiormente considerare questo nuovo sistema professionale in continua crescita qualitativa e numerica?
RISPOSTA:
Da sempre sono convinto che debba essere il mercato a definire la capacità di un professionista, mi attiverò perché l’ingresso in alcune professioni sia più libero, ma soprattutto permetta ad un professionista di essere valutato dai clienti. Andrò a studiare i modelli più efficienti nel panorama europeo, proponendo alla commissione europea poiché non vi è ancora l’iniziativa legislativa nel parlamento europeo di dare regole comuni, superando anacronistiche distorsioni.