Il Direttore Generale INT, Roberto Vaggi, su tariffe ed equo compenso.
Roma
15-05-2017
Tariffe ed equo compenso
E dunque, come già nell'ottobre 2006 e nel dicembre 2016, Roma ha visto uno stuolo (non molto numeroso, per la verità) di manifestanti aventi titoli da liberi professionisti. Ed ancora una volta noi sommessamente avanziamo qualche eccezione su tali iniziative.
La protesta del 12 maggio, peraltro decisa più dagli iscritti che non dai vertici degli Ordini, aveva la chiara motivazione di rivendicare la reintroduzione delle tariffe minime a difesa delle prestazioni dei professionisti che, si asserisce, in regime di libera concorrenza non riescono a difendere prestazioni del livello adeguato, e tantomeno "il decoro della professione".
Già in altra circostanza ci era capitato di affermare che la scelta liberamente attuata di adottare uno specifico cursus honorum al fine di concorrere a fornire prestazioni professionali sul terreno regolato dalla libera concorrenza non può, e non deve, realizzarsi in un diritto alla professione.
Perché, di contro, avremmo un dovere diffuso nell'utenza di sostenere oneri imposti in misura non trattabile, come fossero delle tasse. Ciò è ancor più eclatante se si consideri che l'applicazione di tariffe minime cadrebbe in larga parte su prestazioni imposte dalla legge.
Avremmo maggiormente apprezzato queste prese di posizione se l'impegno di tali professionisti non si fosse risolto in una mera difesa di interessi categoriali, ma anche, per deontologia, di quelli dell'utenza. Per esempio, restando al mondo che ci compete dei tributi e degli adempimenti che vi sono connessi, ci saremmo aspettati una parola sulla raffica di nuovi oneri (citiamo per tutti la stretta sulle compensazioni) che recentemente sono piovuti addosso ai contribuenti, ed in quanto tali anche a tutti i professionisti manifestanti, ed ai loro consulenti.
Sommessamente ricordiamo che le libere associazioni non hanno mai avuto tariffe minime obbligatorie che ne difendessero lo status, e che l' "equo compenso" l'han dovuto cercare sul libero mercato della consulenza; l'Istituto Nazionale Tributaristi ha sempre avuto, fin dalle sue origini, un tariffario "consigliato" ed assolutamente derogabile per la resa di prestazioni che sono sempre state in regime di libera concorrenza avendo come unica variabile il nome e quindi la credibilità del professionista che tali prestazioni rendeva.
Diverse e articolate sono le posizioni espresse da esponenti politici: favorevoli alla reintroduzione di minimi tariffari (Damiano, PD; Fassina, SI; Meloni, Fd'I), favorevoli con limiti anti-cartello (Ruocco, M5S), contrari (Sacconi, FI; Ichino, PD).
Dott. Roberto Vaggi
(Direttore Generale INT)